Statuto della Cappella del Sacro Monte di S. Michele Arcangelo

Fra i documenti rinvenuti, campeggia fra gli altri lo “Statuto da osservarsi sulla Cappella del Sacro Monte di S. Michele Arcangelo del Comune di Sala, nelle due Novene di Maggio, e Settembre di ciascun anno, e nel corso dell’anno, tanto da Sacerdoti che si destinano dalla Commissione [di Pubblica Beneficenza], che de Secolari ivi addetti, ed altro, sono li seguenti, giusto l’antico Sistema praticato”.

Il documento, che è copia ottocentesca, deve in primo luogo la sua rilevanza alla cura che circondava il culto del Santo da parte della comunità. Con esso veniva scrupolosamente regolarizzato il sistema di gestione, sia interno allo Stabilimento – che era l’organo laicale che amministrava finanziariamente la Cappella di San Michele e si occupava dell’organizzazione delle celebrazioni – sia “esterno”, dalle messe nei periodi delle due feste e dell’intero anno, al comportamento e al compenso di ecclesiastici e laici.

Secondo tale statuto i sacerdoti deputati alle messe dovevano essere obbligatoriamente quattro, coadiuvati da tre chierici, “per rendere il servizio sacro più decente”. Su un libro venivano riportate le varie messe tenute nel periodo di festa oltre a quelle votive; mentre un altro libro serviva alla registrazione delle oblazioni (“cere, oro, argenti ed altro”).

Inoltre, allora come oggi molta cura veniva riservata al Santuario, perché di fatto era “proibito di salire nel corso dell’anno sul Monte senza permesso della Commissione, e pernottare, non che rimanere per le settimane, ma devono esserne intese gli Amm[inistrato]ri ed il Deputato [che era il cassiere dello stabilimento], onde assegnar loro i letti, utilinzilii (sic) di cucina e tutt’altro per quel tempo ivi dimorano, e quindi riconsignarli nel modo che l’han ricevuti, ed in caso di mancanza coll’obligo della rifazione degli oggetti”.