Il culto di San Biagio
Non si hanno notizie databili in merito al culto del Santo Protettore, o Santo Tutelare, o Glorioso Principe, San Michele Arcangelo, così com’è citato nelle fonti sette-ottocentesche. Prima di lui la funzione di protettore era prerogativa di San Biagio e una cappella, costruita sempre dalla stessa università di Sala, sorgeva nella medesima piazza del paese a poca distanza dalla chiesa dell’Annunziata. Di questa cappella, come del culto di San Biagio non restano tracce visibili. È molto probabile che il culto del santo di Sebaste, dopo avere vissuto in piena coesistenza con il culto dell’Arcangelo, nel cuore dei cittadini salesi, per tutto il ’600 e buona parte del ’700 sia andato incontro ad un ridimensionamento e poi successiva scomparsa: ciò sarebbe avvenuto, in particolare, dopo la “miracolosa resudazione” dell’immagine di S. Michele, in un piccolo edificio di culto sul monte Balzata di Sala. A testimoniare il tramonto del culto come protettore di San Biagio a Sala, si ha notizia, anche dalle fonti dei primi dell’Ottocento, dello stato oramai di abbandono e di decadimento dell’antica chiesa di San Biagio, di cui oggi non resta più traccia. Mentre si conserva un busto ligneo del Santo benedicente con il classico libro in mano, probabilmente di fattura settecentesca, conservato in una delle nicchie dell’Annunziata. Qui il Santo appare con i paramenti vescovili, mitra e bastone pastorale e, elemento non comune nelle immagini del martire, un libro…