RASSEGNA “IN SALA” – Gli Spettacoli – Inizio ore 20:30
25/02/2017
L’Ispettore Drake e il delitto perfetto
di David Tristram
Regia di Sergio Assisi
Quando un genio decide di commettere un delitto, il piano che mette in pratica per portare a termine il suo progetto è a prova di errore. Ma è anche a prova di idiota? L’Ispettore Drake e il suo fido aiutante Plod si ritrovano a dover affrontare la più grande sfida delle loro carriere: risolvere un misterioso e intricato delitto. E quando diciamo intricato, intendiamo proprio intricato, intricato come… come una cosa molto intricata, per intenderci. Chi è il misterioso dottor Short? E perché ha sposato un facocero? E’ stato lui ad uccidere la sua quarta moglie o è stata la sua quarta moglie a uccidere lui? Ha veramente due figlie di nome Sabrina o una delle due mente? Che ci fa il Papa nel bosco? Ma soprattutto, perché c’è un lampione in salotto? Queste sono solo alcune delle tante domande a cui l’ispettore dovrà dare una risposta. Personaggio surreale al servizio di un thriller surreale, l’Ispettore Drake racchiude in sé tutti i luoghi comuni del detective esasperati all’ennesima potenza, fino ad ottenere una miscela esplosiva e irresistibilmente comica. La sua lampante incompetenza, malcelata da un atteggiamento serioso e goffamente beffardo, è resa ancora più esilarante dall’accoppiata con il sergente Plod, il peggior assistente che un detective possa desiderare di avere al suo fianco quando si sta indagando su un omicidio! In questa fortunata commedia inglese si alternano continue e inaspettate gag e innumerevoli colpi di scena, trascinando lo spettatore in un universo goliardico dove tutto, ma proprio tutto può accadere, e dove ciò che è incredibile diventa magicamente plausibile.
04/03/2017
Il più brutto weekend della nostra vita
di Norm Foster
Regia di Maurizio Micheli
Dopo il grande successo del film campione d’incassi “Quo vado”, dove ha interpretato il ruolo del padre di Checco Zalone, e dopo due anni di tutto esaurito con la commedia “Signori…le paté de la maison”, al fianco di Sabrina Ferilli nella doppia veste di attore protagonista e regista, Maurizio Micheli presenta un nuovo lavoro del pluripremiato scrittore canadese Norm Foster. “Il più brutto weekend della nostra vita”: la verità e le bugie di un’amicizia raccontate dal genio di Foster, con la sua capacità di risucchiarci in un umorismo che ci accompagna durante tutto lo spettacolo fino al calare del sipario. Con Maurizio Micheli, Benedicta Boccoli, Nini Salerno, Antonella Elia. Il più brutto weekend della nostra vitaSi usa dire che l’amore è alla base di tutto, è il sentimento che muove le cose del mondo e la vita degli esseri umani, ma, ahimè, accanto all’amore si collocano in ottima posizione altri sentimenti parecchio diffusi e molto popolari: l’antipatia, la mancanza di stima, l’indifferenza e il disprezzo verso il prossimo fino ad arrivare all’odio più totale e feroce. I quattro protagonisti di “Il più brutto week-end della nostra vita” non si vogliono bene, non si stimano anzi si detestano e nutrono ognuno nei confronti degli altri una forma di intolleranza e di insofferenza a stento trattenute. Credono di innamorarsi ma non si innamorano, credono di divertirsi ma si annoiano, provano a cambiar vita ma non ci riescono. In realtà nessuno ama chi crede di amare e senza rendersene conto vivono una vita dominata da un’unica irrefrenabile passione: quella per sé stessi. Malgrado e forse grazie a tutto questo “Il più brutto week-end della nostra vita” è una commedia comicissima perché, non dimentichiamolo, l’amore può far sognare con i suoi chiari di luna, le stelle d’argento, le passeggiate mano nella mano etc…, l’odio invece quando non provoca tragedie irreparabili può fare anche molto ridere.
Maurizio Micheli
25/03/2017
‘O VICO
di Raffaele Viviani
Regia di Nello Mascia
GLI ATTORI INDIPENDENTI presentano ‘O VICO di Raffaele Viviani
NOTE «La mia vita fu tutta una lotta: lotta per il passato, lotta per il presente, lotta per l’avvenire. Con chi lotto? Non col pubblico, il quale anzi facilmente si fa mettere con le spalle al tappeto, ma con i mille elementi che sono nell’anticamera, prima di giungere al pubblico. Parlo del repertorio, delle imprese, dei trusts, dei trusts soprattutto. Oggi come ieri, l’uomo di teatro è in lotta continua coll’accaparramento dei teatri di tutta Italia, i quali sono tenuti e gestiti da pochissime mani, tutte strette fra loro.” È l’incipit dell’autobiografia di Raffaele Viviani. Parole che sembrano scritte ieri, per quanto esse siano attuali. Oggi come ieri il teatro vive uno stato di crisi perenne. La riforma ministeriale, ha eliminato 300 compagnie piccole e medie, favorendo il mostro nuovo: il pachidermico “teatro pubblico commerciale” dei Teatri Nazionali, totalmente asserviti alle clientele e al sottogoverno. Ma ciò che è più agghiacciante è il progetto politico che la riforma lascia intravedere. Quello di una progressiva dismissione del finanziamento pubblico al teatro. Ormai è chiaro. Per lo stato il teatro non ha già più una funzione pubblica e la miope classe politica attuale non vede nel teatro una chiave dello sviluppo sociale. In questo clima di crescente disagio e di smarrimento nascono gli ATTORI INDIPENDENTI. Rivendichiamo un’idea di teatro che restituisca all’attore la dignità e la centralità dell’attività creativa. Da napoletani sentiamo forte il bisogno di tutelare il nostro patrimonio attoriale, ormai disperso, per trasmetterlo integro e puro come a noi lo insegnarono i nostri Maestri. Partiamo con niente. Una produzione no budget che si affida al botteghino. Attori da una parte. Spettatori dall’altra. Senza aiuti, senza coperture, senza protezione. Un gruppo di attori che riconosce la propria storia nell’altro, che riconosce nell’altro le ragioni poetiche della propria scelta di vita. Siamo qui. Col disincanto dell’età, nella nostra gioiosa dichiarazione di resistenza. Con poche certezze. La prima. Il teatro è necessario. Perché, – per dirla con Atalolij Vasiliev – di tutte le arti rivolte a un pubblico, è solo il teatro che passa da bocca a bocca, da occhio a occhio, da mano a mano, da corpo a corpo. La seconda. Sappiamo far bene il nostro mestiere. La terza. L’unico nostra possibilità di manovra e di azione sulla realtà, politica e culturale del nostro paese, è quella di fare spettacoli belli. Sempre più belli, di cui il pubblico si innamori. Abbiamo scelto Viviani. Il primo testo scritto da Viviani. ‘O VICO. Anch’esso un tentativo. Emblematico. Nel dicembre 1917, all’indomani della disfatta di Caporetto, ci fu una violenta campagna per far chiudere gli spettacoli di variété, “poco edificanti per i reduci dal fronte”. Seguì un divieto governativo. Una sera del 1917 Viviani si presentò al cavaliere Giovanni Del Piano, impresario del Teatro Umberto dì Napoli, un piccolo teatro popolare in Via Sedile di Porto, dove si davano spettacoli di varietà e gli propose un affare. Propose all’impresario dell’Umberto di recitare nel suo teatro non più da solo, ma in compagnia di altri attori, tramutando le sue scene in veri atti unici. Il primo fu ‘O VICO appunto. Un gioiello. Che rappresenta la sintesi di quello che sarebbe stata la produzione immortale di uno dei più grandi artisti del teatro del Novecento. NELLO MASCIA Questo testo teatrale, scritto nel 1917, ha un altissimo valore emblematico, perché è il primo atto unico elaborato da Viviani dopo l’esperienza del Varietà e rappresenta il passaggio dal numero alla commedia. ‘O vico andò in scena per la prima volta il 27 dicembre 1917 al Teatro Umberto di Napoli (Viviani vi interpretava ben tre ruoli: l’Acquaiuolo, il Guappo innamorato e lo Spazzino). In questo atto unico del 1917 domina un tema che ricorre spesso nel teatro di Raffaele Viviani: la disoccupazione. Questo tema, già presente nelle prime macchiette vivianee (‘O Mariunciello), appare chiaro in ’O vico, dove si contrappongono personaggi di diverse fasce sociali, ma tutti oppressi dal problema della ricerca di un posto di lavoro. Viene fuori l’immagine di una Napoli sofferente, povera, amara e misera. Qui il realismo di Viviani è indiscutibilmente crudo. La commedia è ambientata in un vicolo napoletano, con la sua miseria ed i suoi bassi. Vi compaiono dodici personaggi, che sono solo alcuni dei tipi più significativi ed originali del teatro di Viviani: Mastu Rafele, il ciabattino in miseria, con la moglie Rachele, giocatrice del lotto; i due innamorati (Prezzetella, ’a capera e l’Acquaiuolo) che sperano un giorno di potersi sposare; Donna Nunziata, ’a cagnacavalle; Totore, ’o guappo ‘nnammurato; lo Spazzino e Ferdinando, ’o cane ‘e presa.
21/04/2017
Le parole note
con Giancarlo Giannini
Il recital di Giancarlo Giannini è un singolare incontro di letteratura e musica. L’attore, particolarmente esperto nell’analisi della parola, recita una serie di brani e poesie al grande pubblico, da Pablo Neruda, Garcia Lorca, Marquez, ai più classici come Shakespeare, Angiolieri, Salinas. Diversi autori e un unico tema: l’Amore, la Donna, la Passione… la Vita! Giancarlo Giannini sarà accompagnato da una serie di brani inediti del sassofonista partenopeo Marco Zurzolo, suonati dal suo quartetto. Giancarlo Giannini e la sua recitazione; la sua voce, calda e penetrante, condurrà gli spettatori in “atmosfere” mistiche, malinconiche, amorose ed ironiche, in un viaggio che inizia dal ‘200 ed arriva ai nostri giorni. Grandi emozioni, varie atmosfere. Un unico spettacolo: LE PAROLE NOTE.
06/05/2017
E la musica mi gira intorno
con Maurizio Casagrande
“Un uomo senza passato è un uomo che non ha futuro” Maurizio spiega che è questa la frase che lo ha spinto a ricostruire la sua storia attraverso le canzoni ed a mettere in piedi questo “finto concerto”. Partendo dagli anni cinquanta e arrivando ai giorni nostri, il racconto si dipana sull’onda delle canzoni, tutte molto popolari e di sicura presa, ma mai scontate e banali. Anni ’50: L’incontro tra i suoi genitori Atmosfera retrò Anni ’60: La sua infanzia Canzoni divertenti e demenziali Anni ’70: La sua gioventù da musicista Suona la batteria in un efficacissimo medley rock Anni ’80: I primi tempi come attore e le prime esperienze della vita Monologhi stile cabaret Anni ’90: Il racconto dei suoi amori In chiave musical-cabaret L’ossatura principale della serata si svolge tra aneddoti, monologhi e sketch e le canzoni sono solo accennate. Per aumentare la forza comica dell’esibizione, già di per se molto divertente, entra più volte in scena un disturbatore, un finto tecnico di palco, che creerà tutta una serie di situazioni assolutamente esilaranti. Uno spettacolo che ha già ottenuto grande successo sia in Campania che in altre regioni italiane: due ore di sicuro divertimento anche per il pubblico del Teatro Scarpetta. La Rassegna chiude, così, in … (Casa)Grande!
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