La Chiesa dell’Annunziata
[La Chiesa della Santissima Annunziata ospita da secoli la statua di San Michele Arcangelo, durante le due celebrazioni che si tengono l’8 maggio e il 29 settembre.]

Secondo alcune notizie, desunte in maniera frammentaria dai documenti conservati presso l’Archivio comunale di Sala Consilina, la fondazione della Chiesa risalirebbe al 1330, sotto il padronato dell’Università della Sala, come testimoniano anche l’antico stemma in pietra della città posto sulla sommità dell’ingresso della chiesa e i due leoni, un tempo ai lati del medesimo ingresso, poi trasferiti nei pressi del Santuario di San Michele – a dimostrazione del legame forte fra la chiesa cittadina e il suo santo patrono – e infine trafugati.

Analogamente i medesimi documenti, riportano altre notizie molto interessanti in merito alla condizione giuridica e patrimoniale della chiesa, notizie che ci riconducono sicuramente ad un periodo precedente al XV secolo.

La chiesa era stata fondata per intervento dei cittadini eminenti, che avevano voluto così dotarsi di una chiesa che rappresentasse l’intera comunità. L’edificio fu innalzato sulla piazza del paese e originariamente ad essa era attaccato un ospedale “per comodo de peregrini e per sepoltura dei mede[si]mi”. All’interno della Chiesa furono edificate ben presto alcune cappelle di famiglie “nobili ed oneste” della città, con l’aggiunta di rendite ad uso dei bisognosi e del clero. L’Università, in pubblico parlamento, nominava i procuratori e i cappellani, che si occupavano del governo della chiesa e dell’annesso ospedale. Dal 1432 l’ospedale fu commutato in altra opera pia, ovvero in un monastero-ospedale affidato all’Ordine militare dei crociferi, un ordine ospedaliero militare attivo dal XII al XVII secolo. I Padri Crociferi sarebbero stati per decenni i tenutari delle entrate di detta chiesa. L’ordine fu poi soppresso nella metà del ’600 e i beni della chiesa passarono, per intervento del vescovo di Capaccio, Tommaso Carafa (1587-1664), sotto il pieno controllo del clero.

Nella chiesa, in cui non resta più traccia delle cappelle gentilizie delle maggiori famiglie salesi, doveva fare bella mostra anche un pregevole organo, oramai perduto, donato in tempi lontani alla Cappella di San Michele, per devozione dei monaci della Certosa di San Lorenzo di Padula.

Durante alcuni lavori di rifacimento, verosimilmente tra la fine del XVIII gli inizi del XIX secolo, la stessa chiesa sarebbe stata sfornita dei suoi arredi e del suo organo, che fu trasferito nell’altra chiesa cittadina di Santo Stefano: una collocazione che doveva essere provvisoria ma che, nonostante le ripetute richieste del clero titolare dell’Annunziata e che arrivano almeno fino agli anni ’30 dell’Ottocento, non sortì effetto perché l’organo non fu mai più restituito.